Campo di grano con volo di corvi, olio su tela, 50,3x103 cm, 1890, Van Gogh Museum, Amsterdam 
Dipinto da Van Gogh per esprimere la sua profonda solitudine da lui provata ai tempi, Campo di grano con volo di corvi riesce nell'intento. Il campo di grano è rappresentato in una notte illuminata dalla luna, i colori accesi e solari del campo contrastano con il cielo notturno e in entrambi le pennellate potenti e decise mi trasmettono energia, l'energia di un fiume che esce dagli argini, una forza triste ma ugualmente potente. Un tipo di tela dipinta da una persona che si porta dentro un peso negativo e che con disperazione cerca di vomitarlo fuori. Ogni corvo è uno spettatore di queste sensazioni, non rappresenta malaugurio bensì muta e malinconica complicità. Il cielo, che si divide in parti tenebrose e illuminate, è apparentemente terso ma incombe come il mondo che ogni giorno ci spaventa, ci appesantisce nello spirito e nelle azioni. 
Io vorrei, in questo campo di grano, in questa notte luminosa, fare una passeggiata. Il vento che mi immagino di trovarci mi scompiglierebbe un po' i capelli, probabilmente mi farebbe provare qualche brivido per il freddo. Non mi potrebbe mai spazzare via, al centro c'è un sentiero che mi rassicura. Tuttavia credo che non lo imboccherei, la brezza mi suggerisce che di notte tutto può apparire spaventoso, i corvi (che pure hanno il mio stesso percorso) mi atterriscono, il grano tormentato dal vento mi mette in soggezione, sento che potrei perdermi. Allora in quel momento potrei forse fermarmi, mettermi seduto, magari a gambe incrociate, e ascoltare. Me stesso, i corvi, la notte. Questo quadro potrebbe suggerire tristezza, ma è anche vero che la tristezza è un'emozione che chiarifica i dubbi dell'anima. Quindi un passo per volta, capiamo questo immenso campo di grano che è la vita, guardiamo al cielo come fonte di aria e di sogni e non come tappo per le nostre ambizioni di volare. Bah. Troppi poeticismi. È che mi piace l'aria della notte, ecco tutto.

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