La verità nascosta sul Triangolo delle Bermude
Conoscono tutti oramai, almeno per sentito dire, quel tratto di Oceano Atlantico, racchiuso idealmente in un triangolo, che ha come vertici il punto più meridionale della costa dell’Arcipelago delle Bermude, il punto più occidentale dell’isola di Porto Rico e il punto più a Sud della penisola della Florida, detto proprio Triangolo delle Bermude.
L’area in cui sorge la Piramide è assai difficoltosa da esplorare dato il picco dei fenomeni su citati e una serie di altre anomalie che investono i sub durante le investigazioni. Inoltre il fondale è assai irregolare; profondo mediamente alcune decine di metri diventa improvvisamente un muro d’acqua di 4000 metri. Attorno alla Piramide sono presenti numerose altri resti di costruzioni la cui architettura richiama tanto l’antico Egitto, quanto i villaggi sud-americani precolombiani. La scoperta del dott. Brown non finisce qui. Trovata un’apertura sul bordo della Piramide vi entra trovandosi prima in un lungo corridoio e quindi una una grande sala. All’interno di questa si distinguono nitidamente una sorta di Ara votiva su cui delle mani in metallo reggono una sfera e sette sedute sistemate attorno ad essa. Il Dottor Brown decise così di prelevare la sfera di cristallo per portarla in superficie.
Dagli anni’50 in poi una cospicua letteratura popolare ha infarcito il mistero attraverso racconti metropolitani di sparizioni di navi e aerei che transitavano nei pressi, o nel triangolo; come anche numerosi sono gli aneddoti di piloti ed equipaggi di navi che hanno assistito a fenomeni anomali di natura metereologica e magnetica. Trait d’union di quasi tutti i racconti di coloro che sono entrati, e usciti indenni dal triangolo, sono:
- la perdita dell’orientamento;
- del controllo degli strumenti;
- anomalie sui segnali della bussola;
- improvvisi sbalzi climatici e riduzioni della visibilità.
Sulle possibili cause di questi fenomeni si è detto di tutto e di più e le versioni ufficiali parlano di una percentuale di incidenti nella norma, se paragonata a qualunque altra tratta di Oceano, attribuendo le sparizioni a errori umani o guasti meccanici.
Ma in realtà una vera anomalia oggettiva nel triangolo c’è, ed è nota fin dagli anni’70, ma come spesso accade, viene poche volte evidenziata e quasi mai raccontata.Un po’ come accade per la Piramide di Cheope (che in qualche modo c’entra anche con il Triangolo delle Bermude) che malgrado presenti evidenti elementi che fanno presupporre ad una datazione più remota e funzione diversa da quella di monumento funebre, la storia che si racconta è sempre la stessa.
Ma arriviamo la punto: nel 1970 il dottor Ray Brown impegnato in una ricerca di relitti a largo delle isole Bahamas si trova dinanzi ad una scoperta sensazionale: una struttura piramidale fatta completamente di materiale translucido, forse vetro o cristallo, di proporzioni ben maggiori della piramide di Cheope, di circa 200 metri per 100.
L’area in cui sorge la Piramide è assai difficoltosa da esplorare dato il picco dei fenomeni su citati e una serie di altre anomalie che investono i sub durante le investigazioni. Inoltre il fondale è assai irregolare; profondo mediamente alcune decine di metri diventa improvvisamente un muro d’acqua di 4000 metri. Attorno alla Piramide sono presenti numerose altri resti di costruzioni la cui architettura richiama tanto l’antico Egitto, quanto i villaggi sud-americani precolombiani. La scoperta del dott. Brown non finisce qui. Trovata un’apertura sul bordo della Piramide vi entra trovandosi prima in un lungo corridoio e quindi una una grande sala. All’interno di questa si distinguono nitidamente una sorta di Ara votiva su cui delle mani in metallo reggono una sfera e sette sedute sistemate attorno ad essa. Il Dottor Brown decise così di prelevare la sfera di cristallo per portarla in superficie.
Da una prima analisi il cristallo si presenta come una sfera perfetta al cui interno delle sfumatura cristalline compongono altre forme piramidali. Sembra inoltre presente all’interno un’incrinatura, come se fosse rotto o danneggiato, anche se la superficie esterna risulta perfettamente liscia.
Fu immediato collegare questa scoperta con la leggenda del mito di Atlantide, l’antico continente scomparso. Si narra infatti che gli abitanti di Atlantide utilizzassero una forma di energia magnetica convogliata sulla Terra per mezzo proprio delle Piramidi. La leggenda vuole che proprio un’imprudente utilizzo di questa fonte energetica abbia addirittura influito sui poli magnetici, invertendoli e creando una serie di cataclismi che poi determinarono la scomparsa stessa del continente.
Ed eccoci quindi al collegamento con gli attuali misteri del Triangolo delle Bermude.
- E se questa fantomatica forma di energia in qualche modo non si sia esaurita con lo sprofondamento del continente ma continui a generare sbalzi tali da procurare il mal funzionamento degli apparecchi di bordo e quindi l’inabbissamento di navi e aerei?
- E’ possibile che la Piramide di Cheope sia quindi in qualche modo un altro polo destinato all’utilizzo di quella famosa energia e si trovi non casualmente nei pressi dello stesso meridiano che attraversa il Triangolo delle Bermude?
- Come mai tra le tante leggende che circondano il mistero del Triangolo delle Bermude quasi nessuno annovera questa scoperta ne tanto meno il reperimento di questa sfera?
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