Italia paese ignorante: perché?

L'italia nella sua storia è stata nei secoli una nazione piena di cultura, con il maggior patrimonio artistico presente sull'intero pianeta. Si passa dai Romani, fino ai precetti della filosofia cristiana, e di diversi esponenti della cultura razionalista. Questa nazione fu patria di Giulio Cesare, Cicerone, Leonardo Da Vinci, Brunelleschi, Lorenzo il Magnifico, Michelangelo, Raffello, Volta, Leopardi, Verga, Pirandello, Dante, Boccaccio e anche di Galileo Galilei, colui che attuò il movimento della rivoluzione scientifica a livello filosofico. 
Perchè improvisamente ci siamo trasformati da un popolo di artisti, e menti geniali, a una massa di pecore ignoranti, che parlano solamente di fantacalcio, uomini e donne e serate in discoteca, persone che non conoscono nemmeno la data della scoperta dell'america, dell'unità d'Italia, che hanno perso ogni tipo di valore culturale? Se si continuera così, di questa nazione ormai conosciuta nel mondo per gli scandali politici, purtroppo ai posteri ne rimarrà un ricordo di una terra abitata solamente da gente che non conosce nemmeno il proprio paese. I motivi di questa profonda ignoranza sono dovuti principalmente allo scarso impegno scolastico e al mancato rinnnovamento tecnologico, a genitori permissivi che non si preoccupano dell'istruzione del figlio, o meglio di non dargli un adeguata educazione culturale, come per esempio nei centri profondamente lontani dalla città, nessuno legge, e questi futuri adulti insegneranno ai loro figli solamente il valore del divertimento, o a trovarsi un posto fisso. Ecco perchè tutti ormai si possono definire "italiani medi", dove non esiste più l'intellettuale interessato di politica, che si preocuppava di problemi importanti come il diritto allo studio, e si ribellava contro il sistema politico teso solo a sviluppare preferenze verso chi poteva permetterselo. Ormai il vero ribelle è chi studia, e temo che in questi anni è in arrivo un'apocalisse che si eviterà unicamente allorché qualcuno sentirà il bisogno di prendere un libro in mano e acculturarsi.

Giulio

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