Qualcuno volò sul nido del cuculo recensione

Qualcuno volò sul nido del cuculo (One Flew Over the Cuckoo's Nest) è un film del 1975 diretto da Milos Forman.
È tratto dal romanzo omonimo di Ken Kesey, pubblicato nel 1962 e tradotto in italiano nel 1976 da Rizzoli editore. L'autore scrisse il libro in seguito alla propria esperienza da volontario all'interno del Veterans Administration Hospital di Paolo Alto, in California.
Ha segnato la storia del cinema nella trattazione innovativa di un argomento molto delicato come il disagio presente negli ospedali psichiatrici, denunciando il trattamento inumano cui sono stati sottoposti i pazienti ospitati nelle strutture ospedaliere statali, verso i quali è stato vigente un atteggiamento discriminatorio, alimentato dalla paura dell'aggressività che caratterizza in qualche caso la malattia mentale.








Trama:
In un ospedale psichiatrico tutto ordine e pulizia arriva un giorno il giovane Randle P. McMurphy, che, condannato per reati di violenza, spera, spacciandosi per matto, di sottrarsi al carcere: ai medici il compito di scoprire se sia o meno un simulatore. La sua comparsa, intanto, porta lo scompiglio in quel chiuso ambiente di repressione mascherata, di intransigente disciplina imposta e mantenuta da una ferrea capo-infermiera, la signorina Ratched. L’allegro McMurphy volge in burla le sedute psicanalitiche di gruppo, si improvvisa radiocronista di immaginarie partite di baseball, organizza una “scappatella” in barca coi suoi compagni, impianta una squadra di basket. Più i ricoverati, però, gli stringono fiduciosi intorno, contagiati dal suo spirito di disubbidienza, più la Ratched stringe la vite del sistema repressivo. Forte dell’amicizia di un gigantesco indiano, che si era finto sordomuto, McMurphy decide di fuggire con lui. Prima, però, regala agli amici una festicciola notturna, con due ragazze fatte entrare clandestinamente. La Ratched scopre uno dei ricoverati, il mite Jimmy, tra le braccia di una di loro: lo terrorizza, facendo leva sul suo complesso di colpa, e il giovane si uccide. McMurphy, infuriato, salta al collo della capo-infermiera e quasi la strozza. Condotto in sala operatoria e sottoposto a lobotomia, McMurphy diventa una larva d’uomo che l’indiano, prima di evadere, soffoca pietosamente con un cuscino.






 Recensione:

Tempo fa purtroppo erano ancora attivi i veri e propri Manicomi, posti orribili dove la gente magari con qualche semplice insicurezza o lieve infermità mentale veniva considerata pazza e trattata come animale da macello usando trattamenti davvero disumani e spietati. Ora per fortuna i veri e propri manicomi non esistono piu anche se molti istituti con il nome di ospedale psichiatrico non sono molto da meno, come nel caso di questo film dove si vede il dramma di questi pazienti chiusi in una gabbia mentale dentro quelle mura dove vengono maneggiati come ogetti. Cenro non sara mai come i manicomi di allora ma la sofferenza di quelle persone c'è lo stesso.

"Penso che sia veramente assurdo che un posto come l'ospedale, un posto che ti dovrebbe aiutare, curare un luogo che dovrebbe dare sicurezza possa essere tutto questo, un luogo sporco con dipendenti impreparati e completamente insensibile. Ma sopratutto un posto non controllato e aparentemente apposto all'esterno".



 Alessandra











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