Pappagalli parlanti come fanno a parlare?

Si sente spesso dire che non tutte le razze parlino, in realtà la differenza è relativa alla difficoltà di insegnare a parlare ad alcune razze, ad esempio ad un ondulato o un cocorite, e al tipo di allevamento di provenienza. In particolare un pappagallo “allevato a mano” ovvero le uova schiuse in incubatrice e l’alimentazione curata dall’uomo e non dai genitori, parla molto più facilmente rispetto ad un pappagallo cresciuto fino allo svezzamento dai genitori. Ciò è dovuto allo stretto contatto con l’uomo e al processo di “impregnazione” subito. Può quindi capitare che un Calopsite “allevato a mano” parli più facilmente di un Cenerino allevato tradizionalmente. Di seguito le razze più facili da addestrare.

Come fanno i pappagalli a parlare?

In realtà, più che parlare nel senso di conversare con la comprensione del significato dei emessi, i pappagalli imitano suoni e parole che sentono e riconoscono. E ci riescono grazie alla conformazione fisica del loro apparato respiratorio, molto simile a quella umana.

Infatti, l’anatomia della gola del pappagallo non è complessa e, per emettere un suono o una parola, il volatile usa la trachea, il condotto dove passa l’aria tra i polmoni e la gola, e la siringe posta all’estremità della gola. Modificando la curva della trachea, il pappagallo può riuscire a modulare l’intensità o la durata del suono e lo si può notare da come muove il collo mentre emette fischi o imita parole complesse.

In ogni caso, anche se esiste una certa predisposizione di specie, la capacità del pappagallo di imitare la voce umana è comunque un’attitudine individuale che va stimolata e allenata nel tempo. Chiaramente, ogni pappagallo svilupperà un suo modo di riprodurre parole, in base alla grandezza della trachea e anche alla posizione della lingua, che a seconda di come viene spostata può migliorare e regolare il flusso d’aria che veicola il suono, proprio come facciamo noi quando cantiamo.


 La razza più loquace e a cui è facile insegnare a parlare è il pappagallo “Cenerino”. Il nome deriva dal colore grigio cenere che lo contraddistingue, sicuramente meno appariscente rispetto ad altre specie più variopinte. Ha però bisogno di spazio e di non essere tenuto sempre in gabbia. E’ molto intelligente di conseguenza maggiori stimoli riceve, più facilmente parla, ma questo vale per tutti i pappagalli.



 La seconda razza per loquacità è l’Amazzone, una delle razze più longeve, può arrivare ad 80 anni. In questo caso non si tratta di un’ unica razza perché ci sono circa una trentina di sottospecie. E’ una delle razze di pappagallo che raggiunge le dimensioni maggiori, fattore da considerare al momento dell’acquisto, è anche una delle più variopinte. E’ molto attaccato al padrone fino a diventarne quasi geloso. Difficile da gestire per chi non è esperto nell’allevamento di pappagalli.




 Queste doti dimostrano un’intelligenza che va ben oltre il semplice “ripetere a pappagallo”, che si usa dire per chi impara a memoria discorsi senza capirne bene il senso. Questo, purtroppo, descrive bene il caso di pappagalli che si sentono trascurati e utilizzano l’espediente dell’imitazione di suoni o parole semplicemente per noia o per richiamare l’attenzione.


Alessandra
































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