Filosofia dell'Informatica
Per parlare prima di Filosofia applicata all'Informatica, bisogna comprendere prima la disciplina che fa da collegamento a tutto, la matematica. Durante il periodo della Grecia Classica, fra il V e il IV secolo a.c si diffuse una corrente filosofica ovvero il Pitagorismo. I pitagorici vedevano nei numeri razionali i rapporti che regolavano l'universo, una realtà che astraeva il mondo sensibile per arrivare a una dimensione metafisica e intelleggibile, che poteva essere compresa attraverso il pensiero umano.
Loro usavano i numeri come valori assoluti, usati come interpretazione dei rapporti perfetti e costanti che regolavano la realtà mediante l'applicazione di Teoremi e formule dove appunto i ''protagonisti'' erano i numeri. L'evoluzione della matematica trovò uno sbocco durante il 1600 attraverso Leibniz, il precurso dell'Informatica. Egli fu il primo a considerare i segni logici, i quantificatori, e a comprendere attraverso la propria razionalità che valori assoluti come 0 e 1 potevano essere costituiti in un linguaggio universale, per la modellazione di un alfabeto del pensiero, che poteva dare origine a parole ed altri numeri.
Successivamente vediamo la nascita dell'Informatica con Alan Turing, matematico e logico degli anni '40, che inventò il primo computer per arrivare a decifrafre i codici nazisti. L'informatica è una disciplina che si serve di dati, di byte, di memoria, Ram, codice binario per definirne l'applicazione matematica del linguaggio.
Ma i mezzi con i quali comunichiamo sono mezzi validi a livello fisico? Gli individui hanno un contatto visivo e possono accorgersi della verità delle loro parole? L'interfaccia del computer è qualcosa di reale? Ci sono diverse domande a cui le questioni filosofiche del digitale vengono poste ma trovare delle risposte è difficile, o almeno se si pongono teorie filosofiche che rispondono a questi quesiti. Seconodo una mia personale interpretazione,è che tuttavia le emozioni e i sentimenti non possono manifestarsi con l'applicazione di questi mezzi. L'informatica è un modo che ha dato uno sviluppo alla società, ma questa comunicazione è una pseudo-comunicazione, data attraverso un linguaggio artificiale che trova un applicazione di quei valori assoluti che furono sviluppati come applicazione della realtà e dei fenomeni secoli prima, forse il segreto sta ancora nella dottrina pitagorica...
Loro usavano i numeri come valori assoluti, usati come interpretazione dei rapporti perfetti e costanti che regolavano la realtà mediante l'applicazione di Teoremi e formule dove appunto i ''protagonisti'' erano i numeri. L'evoluzione della matematica trovò uno sbocco durante il 1600 attraverso Leibniz, il precurso dell'Informatica. Egli fu il primo a considerare i segni logici, i quantificatori, e a comprendere attraverso la propria razionalità che valori assoluti come 0 e 1 potevano essere costituiti in un linguaggio universale, per la modellazione di un alfabeto del pensiero, che poteva dare origine a parole ed altri numeri.
Successivamente vediamo la nascita dell'Informatica con Alan Turing, matematico e logico degli anni '40, che inventò il primo computer per arrivare a decifrafre i codici nazisti. L'informatica è una disciplina che si serve di dati, di byte, di memoria, Ram, codice binario per definirne l'applicazione matematica del linguaggio.
Ma i mezzi con i quali comunichiamo sono mezzi validi a livello fisico? Gli individui hanno un contatto visivo e possono accorgersi della verità delle loro parole? L'interfaccia del computer è qualcosa di reale? Ci sono diverse domande a cui le questioni filosofiche del digitale vengono poste ma trovare delle risposte è difficile, o almeno se si pongono teorie filosofiche che rispondono a questi quesiti. Seconodo una mia personale interpretazione,è che tuttavia le emozioni e i sentimenti non possono manifestarsi con l'applicazione di questi mezzi. L'informatica è un modo che ha dato uno sviluppo alla società, ma questa comunicazione è una pseudo-comunicazione, data attraverso un linguaggio artificiale che trova un applicazione di quei valori assoluti che furono sviluppati come applicazione della realtà e dei fenomeni secoli prima, forse il segreto sta ancora nella dottrina pitagorica...
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