Resident Evil 7, punto di rottura o ritorno alle origini di una storica saga?

Resident Evil è morto, viva Resident Evil!
Con l'annuncio di Resident Evil 7 Capcom ha sorpreso e contrariato un po' tutti quei giocatori che da anni richiedevano a gran voce una nuova iterazione della serie, capace di scrollarsi di dosso la nomea dei precedessori, giochi di stampo più action, rei di aver tradito lo spirito originario della saga il cui il destino era oramai dato per segnato. 
Quello che all'apparenza trasudava era un forte alone di mediocrità, una mera scopiazzatura di titoli come Outlast e Amnisia: visuale in soggettiva, assoluta vulnerabilità del protagonista, costruzione della paura imperniata su biechi e pallidi jump scares; un vero e proprio snaturamento di quanto imparato ad amare ed odiare nell'arco di vent'anni. Passano i mesi e lo scetticismo sul titolo può solo che accrescere complice una mancanza di professionalità da parte di Capcom incapace di chiarire i giusti dubbi dei fan: la continua ridondanza nell'assicurare il ritorno ad un cuore marcatamente orrorifico,senza però fornire precisi dettagli, instillò nei fan il dubbio che neanche la stessa Capcom sapesse a cosa stesse effettivamente lavorando, a ciò vanno aggiunte le numerose demo, più che fuorvinati.

Riccardo


































































































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