Racconto di Fantasia: Lo scopritore Jorgesen

In Norvegia durante l'età medievale, molti marinai di etnie diverse stavano preparandosi per compiere un giro attorno al Mondo. Era una missione per conto del principe Vasil, un autotarchico nobile che aveva in mente piani folli, non si capiva bene cosa avesse in mente, ma viveva con l'ossessione di allargare i suoi domini, e per farlo doveva espandere il regno oltremare. Il porto era affollato da Norvegesi di alta statura, con treccine bionde ricoperte da fermagli di acciaio sui capelli, con occhi di un blu freddo e espressioni quasi animalesce sul volto. Questi uomini avevano come subalterni alcuni spagnoli di origine araba, mori, con fattezze fisiologiche diverse rispetto ai norvegesi, a partire dai capelli fluenti e neri, gli occhi vivaci di una tonalità purpurea e dal punto di vista mentale, grandi capacità matematiche, infatti il loro lavoro era di metereologi sulle navi, con lo scopo di indicare ai marinai la via Maestra per raggiungere nuove terre. L'ingegnere militare e anche esploratore Jorgesen era il capo della spedizione, un uomo bislacco ma anche freddo e violento nei modi, con pochi scrupoli. Egli nelle sue intenzioni pure, aveva come scopo quello di arricchirsi e di agire ufficialmente per Vasil, ma in realtà voleva solamente aumentare il proprio potere, attraverso ''il Cavallo Nero'', la grande nave con bordi di ferro e platino che egli stesso aveva progettato, che aveva come simbolo un cavallo scuro che simboleggiava la potenza e la forza predatrice del popolo Norvegese. I marinai allora dopo esser tutti saliti sulla nave con alcuni spagnoli-arabi, partirono e la nave salpò, con un mare in tempesta, dove gorghi e flutti si sviluppavano magicamente come per contraddizione in quel porto attrezzato ed efficiente. Dopo alcuni giorni che il bastimento era in navigazione, Jorgesen sempre immerso nei suoi calcoli trigonometrici aiutato da Raul Espons un giovane matematico e geometra spagnolo, notò qualcosa di eccezionale. Jorgesen in preda alla furia, in preda a emozioni che denotavano uno stato d'animo sconvolto, avvolto da un freddo sudore, esclamò gridando attirando l'attenzione di tutto il suo strambo equipaggio: ''Vedo un'isola, venite, venite a me, si trova a Nord-Ovest dal punto X;Y''. Ciò che stava vedeva Jorgesen era meraviglioso, specie animali impressionanti, grandi elefanti blu con zanne ricurve si cibavano di noci di cocco, su alberi dalle foglie rettangolari, conigli rosa saltellavano su una spaggia ricoperta di diamanti e smeraldi, grossi
calabroni e vespe si agitavano e volavano con ronzi ultrasonici sulle sponde di un lago ghiacciato, cosa molto strana in quanto faceva molto caldo sull'Isola. In preda a quell'eccitazione Jorgesen, svenne, e sucessivamente il suo equipaggio pensando che avesse avuto un attacco delle sue solite follie, cambiò rotta, poichè vedevano solamente mare e mare...



Giukarlhus

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