Come sono nate le sigarette

L’uso di fumare il tabacco è certamente antichissimo. Gli Indiani dell’America Settentrionale fumavano tabacco per scopi religiosi e magici in pipe tagliate in una speciale pietra, i Maya fumavano tabacco in pipe di pietra ma lo avvolgevano anche negli involucri delle pannocchie di mais.
Quando i marinai di Cristoforo Colombo sbarcarono nel 1492 nell’isola di San Salvador, osservarono che molti Indios, uomini e donne, tenevano in mano una specie di bastone acceso ad un’estremità, fatto con foglie secche e arrotolate della pianta di cojiba o cohiva, e aspiravano il fumo dall’estremità opposta. Anche popolazioni del Brasile, Messico e Isole dei Caraibi usavano fumare tabacco in guaine di materia vegetale (canne da zucchero, foglie di banana). Le vere “sigarette” apparvero in Spagna intorno agli anni 1825-1830: chiamate cigarrito, erano costituite da un sottile foglietto di carta quadrato nel quale era fatto entrare il tabacco. Nelle librerie si vendevano “libretti di carta per sigarette”, fabbricati a Valencia, ma i ceti più poveri usavano tranquillamente normale carta da lettere tagliata a pezzetti.
Dall'America il tabacco fece il suo ingresso in Europa, portato dai compagni di Cristoforo Colombo, in particolare da Rodrigo de Jerez.
Nel 1560 un ambasciatore portoghese in Francia, Jean Nicot, promosse il tabacco come pianta medicinale (e da lui viene il nome del principio attivo, la nicotina). Ma ben presto divenne materia prima da fumare fra marinai e soldati europei.

-Sferra F & White Side

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