Racconto breve inventato: L'amico del dottor Zett

Vi era un luogo magico, immerso nelle verdi fronde del bosco di Azeroth vicino ai grandi altipiani ove risiedevano incantatrici e piccole chimere tigrate. L'unica abitazione, l'unica casa, l'unico luogo nel quale si esprimeva ancora un residuo di una vita all'insegna della civiltà apparteneva al dottor Clausius Zett, un mago più che un dottore, nato dall'unione dal Re del Ghiaccio e da una schiava di origine mistica, molti anni prima, nel più grande affluente che nutriva con i suoi sali magici le creature pacifiche del bosco di Azeroth. Zett, un uomo dalla voce tonante, grande sapienza e acuta intelligenza, trascorreva le sue giornate fra la speculazione nell'alchimia, alleviando tale fatica e immersione nella scienza con il suono di grande clavicembalo d'argento posto vicino al suo piccolo laboratorio. Uno strumento che con il suono, grave per molti ma melodioso per le sue orecchie particolari lo rendeva lieto, nell'espressione della sua arguta anima nella creazione. Nonostante le sue qualità, il dottore era un uomo difficile nell'indole, freddo e misterioso, nascondeva una profonda sensibilità che si manifestava nella scrittura di molti libri di poesie nelle sue insonni notti allievate sempre dal suono ferroso del clavicembalo d'argento. Allora un giorno, il dottor Zett decise di costruire da sè, qualcuno che potesse aiutarlo sia nel lavoro che nella vita di tutti i giorni, costruendo con arnesi in ferro, immergendo tutto ciò con incudini e mantici, il suo genio pratico diede origine ad un piccolo essere in metallo, dotato di coscienza, perché il dottor Zett gli aveva donato un cuore non in ferro ma in diamante, in modo tale che la sua anima fosse sempre cristallina e amica a quell'uomo così profondamente solo.

to be continued

Giulio

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