La lenta morte dell'Amazzonia: Siamo al punto di non ritorno?
Agosto fa sicuramente parte dei mesi più caldi e secchi dell'anno, ma rispetto allo stesso mese l'anno scorso la deforestazione è cresciuta del 300%: Secondo gli esperti a fine anno possono essere superati i 10mila chilometri quadrati di vegetazione rasa al suolo.
Sono state avviate oltre 2500 cause legali dallo stato verso aziende e privati, ma nessuna condanna é stata ancora definita; La maggior parte dei processi si concentra in quattro stati: Mato Grosso, Parà, Rondonia e Amazonas.
Le cause si basano sui dati della deforestazione registrati tra agosto 2015 e luglio 2017. “Il numero di azioni coincide con gli Stati che concentrano la più alta tassa di deforestazione”, ha affermato il pm Daniel Azeredo, uno dei membri di Amazonia Protege.
La domanda che tutti si pongono, però, è la seguente: Come può la foresta “autodistruggersi”?
Le centinaia di miliardi di alberi della Foresta Amazzonica assorbono quotidianamente l’acqua dalle precipitazioni e dal suolo, rilasciandola successivamente nell’atmosfera sotto forma di vapore acqueo, che a sua volta si concentra nelle nuvole e ritorna sulla Terra come pioggia.
Questo gigantesco ciclo garantisce la sopravvivenza della foresta stessa, ma c’è chi crede che sia in pericolo con gli attuali ritmi della deforestazione. Man mano che porzioni della foresta vengono eliminate, il ciclo che la tiene in vita inizia a incrinarsi: la quantità di vapore prodotto complessivamente diminuisce, e di conseguenza la pioggia che la bagna periodicamente. Il suolo diventa più secco, con il risultato che i successivi incendi bruceranno di più e in maggiore profondità. Superato un certo punto, la foresta non riesce più a produrre sufficiente pioggia per sopravvivere. A quel punto, secondo diversi scienziati, gli alberi cominceranno a morire da soli, e la foresta si degraderà senza bisogno di ulteriori stimoli.
La Foresta Amazzonica può diventare un acceleratore del riscaldamento globale?
Gli alberi conservano dentro di sé una certa parte di carbonio, che rimane nella parte “morta” della pianta che costituisce il legno interno. Quel carbonio è immagazzinato durante la fotosintesi, ed è lo scarto tra l’anidride carbonica assorbita dalle piante durante la fotosintesi e quella che viene poi diffusa nell’atmosfera nella respirazione (che è di meno). In totale si stima che l’Amazzonia conservi circa 100 miliardi di tonnellate di carbonio:Sul totale del carbonio immagazzinato globalmente sulle piante terrestri, il 17% è in Amazzonia.
Si può, in sostanza, arrivare a un punto in cui gli alberi morti sono così tanti che la foresta rilasci nell’atmosfera più carbonio di quanto ne assorba? Gli scienziati identificarono il 2050 come l’anno in cui questo fenomeno potrebbe verificarsi.
Sono state avviate oltre 2500 cause legali dallo stato verso aziende e privati, ma nessuna condanna é stata ancora definita; La maggior parte dei processi si concentra in quattro stati: Mato Grosso, Parà, Rondonia e Amazonas.
Le cause si basano sui dati della deforestazione registrati tra agosto 2015 e luglio 2017. “Il numero di azioni coincide con gli Stati che concentrano la più alta tassa di deforestazione”, ha affermato il pm Daniel Azeredo, uno dei membri di Amazonia Protege.
La domanda che tutti si pongono, però, è la seguente: Come può la foresta “autodistruggersi”?
Le centinaia di miliardi di alberi della Foresta Amazzonica assorbono quotidianamente l’acqua dalle precipitazioni e dal suolo, rilasciandola successivamente nell’atmosfera sotto forma di vapore acqueo, che a sua volta si concentra nelle nuvole e ritorna sulla Terra come pioggia.
Questo gigantesco ciclo garantisce la sopravvivenza della foresta stessa, ma c’è chi crede che sia in pericolo con gli attuali ritmi della deforestazione. Man mano che porzioni della foresta vengono eliminate, il ciclo che la tiene in vita inizia a incrinarsi: la quantità di vapore prodotto complessivamente diminuisce, e di conseguenza la pioggia che la bagna periodicamente. Il suolo diventa più secco, con il risultato che i successivi incendi bruceranno di più e in maggiore profondità. Superato un certo punto, la foresta non riesce più a produrre sufficiente pioggia per sopravvivere. A quel punto, secondo diversi scienziati, gli alberi cominceranno a morire da soli, e la foresta si degraderà senza bisogno di ulteriori stimoli.
La Foresta Amazzonica può diventare un acceleratore del riscaldamento globale?
Gli alberi conservano dentro di sé una certa parte di carbonio, che rimane nella parte “morta” della pianta che costituisce il legno interno. Quel carbonio è immagazzinato durante la fotosintesi, ed è lo scarto tra l’anidride carbonica assorbita dalle piante durante la fotosintesi e quella che viene poi diffusa nell’atmosfera nella respirazione (che è di meno). In totale si stima che l’Amazzonia conservi circa 100 miliardi di tonnellate di carbonio:Sul totale del carbonio immagazzinato globalmente sulle piante terrestri, il 17% è in Amazzonia.
Si può, in sostanza, arrivare a un punto in cui gli alberi morti sono così tanti che la foresta rilasci nell’atmosfera più carbonio di quanto ne assorba? Gli scienziati identificarono il 2050 come l’anno in cui questo fenomeno potrebbe verificarsi.
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