Coronavirus in Italia: dalla Cina con furore
Coronavirus in Italia: dalla Cina con furore
Buona sera a tutti e benvenuti al mio secondo blog acchiappavisite sul coronavirus. Oggi parleremo di ciò che occupa tutti i giornali da qualche giorno, ossia il suo arrivo in Italia.
Come tutti sappiamo, il Coronavirus ha avuto origine a Wuhan in Cina, diffondendosi rapidamente in tutto il paese. La possibilità di una diffusione del virus su scala mondiale ha portato i vari governi del mondo a bloccare gli arrivi dalla Cina, anche se non se ne è potuto evitare una diffsuione parziale. La situazione sembrava stabile, finchè un italiano, rientrato proprio da Wuhan poco prima della chiusura degli aeroporti, non si è sentito male ed è andato in ospedale a Milano. Per due settimane nessuno, nonostante l'emergenza mondiale, ha avuto la minima idea che potesse avere il Coronavirus, così quando si è scoperto buona parte dell'ospedale, tra pazienti e personale, era già infetto oltre ogni prevenzione.
In sostanza, è già tutto fottuto. Gli infermieri e i medici hanno diffuso il virus fuori dall'ospedale in modo incontrollabile, tant'è che i contagi sono saliti moltissimo, sono già 152. E appare scontato che aumenteranno molto. Secondo i dati ufficiali, l'Italia, nonostante sia a 15.000 km dalla Cina, è il terzo paese al mondo per numero di infetti, subito sopra al Giappone che sta là accanto. Ce l'abbiamo fatta, siamo finalmente sul podio.
La vita sociale al Nord è bloccata. Scuole ed università sbarrate, aeroporti chiusi, bar vietati, eventi cancellati, addirittura partite rimandate o giocate a porte chiuse. Mentre anche a Roma aspettiamo con ansia la chiusura delle scuole, la situazione peggiora ed il virus si apre la sua strada verso il resto del paese e, perchè no, d'Europa. Ovviamente si sta lavorando freneticamente sul vaccino, le case farmaceutiche già si sfregano le mani pensando ai guadagni che faranno se batteranno sul tempo il ministero della sanità cinese. Ora come ora il Coronavirus viene gestito come la normale influenza, ma esistono già due cure sperimentali. La prima si basa su antivirali usati anche contro l'HIV o l'ebola, mentre la seconda consiste nella trasfusione ai malati di plasma sano. Insomma, speramo bene.
Attualmente, la diffusione del Coronavirus in Italia apre ovviamente inediti scenari, non solo per il nostro paese, ma anche per i nostri compagni di continente. Il rischio che dopo tutti gli sforzi l'epidemia si diffonda in tutta Europa è drammaticamente alto. Ciò non è sfuggito ai capi dei vari paesi, ai quali non bastano le misure già prese in Italia, tanto che il governo austriaco ha chiuso il Brennero, tanto per cambiare.
Va comunque ricordato che, su 80.000 casi di coronavirus, i morti sono stati solo 2.000, mentre i guariti ben 20.000. La conclusione pare quindi ovvia: se si troveranno rimedi efficaci prima che il virus muti e si rafforzi, l'emergenza rientrerà. Ora è fondamentale mantenere l'attenzione e non distogliere l'interesse mediatico, a differenza di quanto successo con l'Ebola, sul quale i network d'informazione, dopo l'impatto iniziale traumatico, hanno mantenuto un colpevole silenzio che dura tutt'oggi. Quindi, buona fortuna a tutti e si salvi chi può.
Buona sera a tutti e benvenuti al mio secondo blog acchiappavisite sul coronavirus. Oggi parleremo di ciò che occupa tutti i giornali da qualche giorno, ossia il suo arrivo in Italia.
Come tutti sappiamo, il Coronavirus ha avuto origine a Wuhan in Cina, diffondendosi rapidamente in tutto il paese. La possibilità di una diffusione del virus su scala mondiale ha portato i vari governi del mondo a bloccare gli arrivi dalla Cina, anche se non se ne è potuto evitare una diffsuione parziale. La situazione sembrava stabile, finchè un italiano, rientrato proprio da Wuhan poco prima della chiusura degli aeroporti, non si è sentito male ed è andato in ospedale a Milano. Per due settimane nessuno, nonostante l'emergenza mondiale, ha avuto la minima idea che potesse avere il Coronavirus, così quando si è scoperto buona parte dell'ospedale, tra pazienti e personale, era già infetto oltre ogni prevenzione.
In sostanza, è già tutto fottuto. Gli infermieri e i medici hanno diffuso il virus fuori dall'ospedale in modo incontrollabile, tant'è che i contagi sono saliti moltissimo, sono già 152. E appare scontato che aumenteranno molto. Secondo i dati ufficiali, l'Italia, nonostante sia a 15.000 km dalla Cina, è il terzo paese al mondo per numero di infetti, subito sopra al Giappone che sta là accanto. Ce l'abbiamo fatta, siamo finalmente sul podio.
La vita sociale al Nord è bloccata. Scuole ed università sbarrate, aeroporti chiusi, bar vietati, eventi cancellati, addirittura partite rimandate o giocate a porte chiuse. Mentre anche a Roma aspettiamo con ansia la chiusura delle scuole, la situazione peggiora ed il virus si apre la sua strada verso il resto del paese e, perchè no, d'Europa. Ovviamente si sta lavorando freneticamente sul vaccino, le case farmaceutiche già si sfregano le mani pensando ai guadagni che faranno se batteranno sul tempo il ministero della sanità cinese. Ora come ora il Coronavirus viene gestito come la normale influenza, ma esistono già due cure sperimentali. La prima si basa su antivirali usati anche contro l'HIV o l'ebola, mentre la seconda consiste nella trasfusione ai malati di plasma sano. Insomma, speramo bene.
Attualmente, la diffusione del Coronavirus in Italia apre ovviamente inediti scenari, non solo per il nostro paese, ma anche per i nostri compagni di continente. Il rischio che dopo tutti gli sforzi l'epidemia si diffonda in tutta Europa è drammaticamente alto. Ciò non è sfuggito ai capi dei vari paesi, ai quali non bastano le misure già prese in Italia, tanto che il governo austriaco ha chiuso il Brennero, tanto per cambiare.
Va comunque ricordato che, su 80.000 casi di coronavirus, i morti sono stati solo 2.000, mentre i guariti ben 20.000. La conclusione pare quindi ovvia: se si troveranno rimedi efficaci prima che il virus muti e si rafforzi, l'emergenza rientrerà. Ora è fondamentale mantenere l'attenzione e non distogliere l'interesse mediatico, a differenza di quanto successo con l'Ebola, sul quale i network d'informazione, dopo l'impatto iniziale traumatico, hanno mantenuto un colpevole silenzio che dura tutt'oggi. Quindi, buona fortuna a tutti e si salvi chi può.
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