Racconto di Fantasia breve: Lisa

Lisa abbassò il capo verso la mano destra e vide il sangue...

Era una calma giornata di fine maggio e Lisa stava facendo la sua solita passeggiata col cagnolino Rock. Fino a quel momento quasi ogni cosa era andata come doveva andare. Aveva voti discreti a scuola, non poteva lamentarsi della sua vita sociale ed era sulla buona strada per mettersi con il ragazzo dei suoi sogni. I problemi, però, arrivavano nel momento in cui varcava la porta di casa. Ma si disse che quello non era il momento adatto per pensarci. Rock cominciò a tirare verso un altro cagnolino. Lisa sentì una fitta alla scapola. Il dolore non le era ancora passato. Probabilmente aveva ancora il livido violaceo. Come si era fatta male? Beh, vi avevo avvertiti. I problemi cominciavano nel momento in cui varcava la soia di casa. Se le chiedevi come era stata la sua infanzia scrollava le spalle e rispondeva che era stata un'infanzia felice. Mentiva sapendo di mentire. La verità era che i suoi genitori erano solo un paio di alcolisti e pure drogati. Aveva dovuto imparare a vivere da sola ed a prendersi cura dei suoi genitori sin da quando era una bambina. Ma questo non le era mai pesato, o almeno, così pareva. Aveva sempre sopportato quella situazione, senza mai lamentarsi. Non l'aveva mai nemmeno rivelato a nessuno. Ma, dal giorno in cui compì quattordici anni, tutto cambiò. Era abituata ai suoi genitori che si picchiavano a vicenda da ubriachi. Quello a cui non era abituata, era che se la prendessero anche con lei. Avevano cominciato a picchiarla per le minime cose. Arrivarono anche a colpirla con una sedia solamente perchè la loro squadra preferita aveva perso la partita. Era diventato un incubo. Eppure, più la picchiavano, più loro due si avvicinavano e si amavano. Avevano finalmente trovato un interesse comune, prendersela con la figlia. 

Ma Lisa non disse mai niente a nessuno, nonostante avesse video e prove che i suoi genitori abusassero di lei. Aveva già avuto a che fare con i servizi sociali quando era bambina e non voleva tornare in quel brutto giro, senza rendersi conto che, invece, le avrebbe salvato la vita. 

Era fuori col cane da quasi un'ora ormai e, se non fosse tornata a casa per l'ora di cena, sapeva che cosa le sarebbe successo. Così cominciò a correre verso casa, terrorizzata all'idea di quello che le sarebbe accaduto una volta arrivata. Si chiese per la milionesima volta perchè si rifiutasse di scappare da quella casa. Ma certo, l'avrebbero sicuramente presa. E se, invece, non la trovassero? E se riuscisse finalmente a vivere una vita normale? Si disse che aveva bisogno di rischiare.

Arrivò a casa giusto in tempo per preparare la cena a quei due che si spacciavano per suoi genitori e poi corse in camera sua per preparare la borsa. Mise in un borsone tutto quello che aveva di importante e si preparò alla fuga. Poteva tranquillamente scappare dalla finestra, tanto abitava al primo piano di una palazzina nella periferia di Roma. Sarebbe stato facile scappare. Salutò la sua camera ed aprì la finestra, pronta a scappare. Prima di farlo, però, lasciò una copia di quello che aveva registrato sui suoi genitori sul letto, in modo che lo vedessero. Tutto era pronto. Se non fosse che, proprio nel momento in cui stava aprendo la finestra per scappare, suo padre entrò in camera. Lo guardò negli occhi. Avevo uno sguardo indemoniato, da pazzo. La prese per i capelli e la sbattè a terra, chiudendo la finestra e chiamando sua madre. Mentre aspettava che arrivasse non si risparmiò un paio di calci dritti sulle costole. E poi, il peggio. Sua madre arrivò con un coltello in mano. Per lei era finita, se lo sentiva. Cominciarono ad urlare cose incomprensibili, insultandola come non avevano mai fatto e cominciando a colpirla con calci e pugni in viso, in petto ed in pancia. E poi, dopo venti strazianti minuti, la lasciarono lì ed uscirono dallas stanza. da quel poco che il dolore le permettè di sentire erano terrorizzati che Lisa avrebbe detto ogni cosa alla polizia o a scuola se l'avessero lasciata in vita. Con quelle poche forze che le erano rimaste riuscì a far partire un video col telefono ed a posizionarlo in modo che si vedesse quello che i genitori le stavano per fare. Non appena tornarono in camera sua la madre le saltò addosso e le conficcò il coltello nella pancia. Sentì quella maledetta lama fredda trapassarle la pelle e la carne. Poi lo tirò fuori e lo utilizzò ancora e ancora per accoltellare la sua stessa figlia urlande e straziata dal dolore. Quando finalmente ebbe finito se ne andarono come se niente fosse successo e Lisa abbassò il capo verso la mano destra e vide il sangue, il suo stesso sangue scarlatto che fuoriusciva dalle ferite senza mai fermarsi. Per lei era finita. Sentì la vita mentre la stava abbandonando, sentì ogni singola fitta che le era stata inferta. Finchè, alla fine, non sentì più niente.

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