Breve racconto horror: "il risveglio"

                                                              IL RISVEGLIO

 

 Aprì la porta della cantina, ma la lampadina era rotta... Premetti l'interruttore su e giù, su e giù, ma nulla. D'untratto si accese e lo vidi. Vidi quell'essere mostruosamente alto porgere ciò che sembrava una mano verso di me. Poi buio. La lampadina si era spenta. Il silenzio riempiva quello spazio vuoto che era la cantina. Il buoio mi assaliva. In seguito di nuovo luce, quella cosa, in assenza di luminosità, si era avvicinata a me, mi poteva quasi toccare... Al posto della testa, l'essere, aveva un teschio di un bue. Le corna piene di sangue. Portava una veste lunga, nera. In mano una catena. Il rumore di quest'ultima mi aveva attirato giù in cantina. Ora mi ritrovavo nuovamente sommersa nell'oscurità, la quale aiutata dal silenzio, mi assaliva cercando di estinguere la mia esistenza. La cantina si riempì nuovamente di luce, ma quell'essere era svanito. Ansimando mi girai intorno in erca di quella cosa, ero sola... Improvvisamnte la porta dietro di me si chiuse, fuggire era oramai impossibile. Udii la voce, la tenera voce di mia madre che, presumo, appena tornata dal lavoro, desidereva vedermi. Un grido, poi più nulla. Del sangue, giunto alla porta che divideva la cantina dal salone, inziò a scendere quietamentemente lungo le scale fino a fermarsi in prossimità dei miei piedi. In seguito il rumore di una porta sbattersi. Mi ritrovai lì da sola, in preda al panico: nessuno sarebbe venuto a cercarmi, ormai mio padre se ne era andato qualche da anno e io e mia madre eravamo sole. 

Passarono giorni, ero da sola in quella claustrofobica cantina... Il grido di mia madre rimbombava nella mia testa, ogni secondo sempre più forte. Così decisi di farla finita. Presi una corda, la fissai al soffitto, e, come la carne in macelleria, rimasi appesa a quel cappio. In quegl'ultimi istanti di vita, la porta di fronte a me si aprì, l'essere era tornato. Si tolse il teschio dal viso. A stento riuscii a distinguere il suo volto: era mio padre. In seguito, l'oscurità di quel giorno prese il sopravvento, fino ad oggi. Fino al momento del mio risveglio...

Commenti