Racconto breve di fantasia fantasy
Alissh era una quindicenne come tutte le altre. Era una ragazza molto tranquilla, aveva degli amici con cui uscire ed un ragazzo che diceva di amarla alla follia. Sarebbe stato tutto nella norma, se non sovrisse di depressione e se non dovesse prendere ingenti quantità di psicofarmarci. Una sera, mentre tornava a casa, fra gli antichi vicoletti del paese in cui viveva, aveva una brutta sensazione che non voleva lasciarla stare. Sentì un rumore di metallo che stride sulla pietra. Si girò di scatto e non vide assolutamente niente. Cotninuò a camminare, un po' inquietata, quando risentì lo stesso rumore, questa volta proprio dietro di lei. Senza nemmeno voltarsi cominciò a correre con tutta la forza che aveva, finchè non andò a sbattere contro un muro comparso all'improvviso. Cadde per terra, con il naso sanguinante. Si girò e le vide. Erano come fatte di gomma, ma sembravano delle ombre. Avevano gli occhi bianchi e vitrei, che la fissavano. Sentì il suono di quando il metallo fuso incontra l'acqua. Si girò ed il muro era scomparso. Davanti a lei vide un uomo, un uomo bellissimo. Era alto, secco, con i capelli spettinati e neri ed un paio di occhi blu come l'oceano. I suoi vestiti erano di colori sgargianti, portava molti orecchini dorati ed aveva due simboli alquanto strani e particolari sulle mani. Con la sua voce calma le disse di seguirlo e lei, senza pensarci due volte, fece come le era stato detto. I due cominciarono a correre. Lui le prese la mano ed Alissh sentì come se stessero volando a qualche centimetro da terra. Lei si voltò un attimo. Le ombre si trovavano dentro i muri. A tratti lasciavano uscire la testa, mentre, dove passavano, facevano crollare i muri, collassare le case. Non appena le rivide cadde a terra, con la sua mano ancora intrecciata con quella del misterioso salvatore. Allora lui la prese fra le braccia e fece un salto innaturale, per poi ritrovarsi sul tetto di un campanile. Le ombre, però, continuavano a seguirli. Allora l'uomo, tenendola sempre stretta fra le sue braccia, fece un altro balzo, finendo questa volta sopra un tram in corsa. Lì la lasciò andare e le diede un pacchetto misterioso, per poi saltare via e scomparire tra i tetti della città. Lei, confusa, scese dal tram alla prima fermata e si accertò che le ombre non la stessero più seguendo. Dopo ciò tornò a casa, si chiuse nella sua stanza ed aprì il sacchetto che le aveva lasciato quell'uomo tanto misterioso. Dall'interno del sacchetto cominciarono ad uscire della melma grigia che, dopo aver ricoperto interamente il pavimento della stanza, si trasformò in quelle ombre che prima l'avevano inseguita. Non aveva via di scampo. Le ombre cominciarono a girarle intorno canticchiando una canzone malinconica e restringendo sempre di più il cerchio. Iniziarono ad entrarle sotto le unghie dei piedi, cominciando a salire e ad assorbirla completamente. Lei non riusciva a respirare, provava invano a divincolarsi con tutte le sue forze, provava ad urlare per chiedere aiuto ma le era impossibile perchè le ombre le tappavano le corde vocali. Sentì piano piano la vita che scivolava via da lei mentre le ombre la portavano sempre più giù. E poi, il nulla.
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