Breve racconto horror: il gioco maledetto

Salii sulla scala a pioli freneticamente, senza avere il coraggio di guardarmi indietro. In mente avevo solo un pensiero: completare la sfida. 

Mi ritrovai su quella trabballante scala in preda al panico. Di come fosssi salita ho un vago ricordo, ma era tremendemente offuscato dal fine di quell'azione. Pensavo solo a salire quella scala infinita ed a arrivare in cima a quel imponente grattacielo.

 La notte era gelida. Le luci illuminavano la città in modo spettacolare. Il paranoama era tremendamente fenomenale. La scala pareva infinita. Poi d'un tratto, lo vidi... Ancora pochi pioli e avrei posto fine alle mie sofferenze. Mancava un gradino, un fottuto gradino e avrei potuto cambiare la mia vita. Ma allo sfiorare di quel piolo con la pianta del mio piede, questo cedette, e con esso la mia vita.

 Precipitai nel vuoto, a un passo dal completare quella sfida che oramai mi sembrava essenziale. Il vento mi cullava nella mia caduta. La città taciturna. L'unico suono da me udito era il mio affanoso respire. La mia mente divagò nei pensieri più inutili, in cerca di evitare il persuadere della mia consapevolezza. Poi i miei pensieri si focalizzarono sull'analizzare il come avessi rovinato la mia vita perseguitando quelle sfide.

La caduta pareva interminabile. Quel gioco aveva prosciugato la mia gioventù, la mia vita, il mio pensiero. Ora le luci della città soffocavano la mia esistenza. Poi più nulla. Il vuoto aveva preso il sopravvento sulla mia mente, su di me.

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