Cosa sono?
Infondo alla via,una ragazza morta che cammina.Ma nel suo sguardo noto che non è morta per via delle sue emozioni private,bensì perchè il suo dolore,sembra arrivato dall'inferno.Le sue insicurezze,le sue mille fragilità continuano a raschiare,e così facendo incrementano la sua rabbia nel ventre.Vorrebbe urlare,ma alla fin fine sta zitta,perchè bene o male nessuno riuscirà a capirla fino infondo.
Ogni sera pensa,pensa così tanto che il suo incoscio diventa ragione,quasi sentimento,quasi vivido e tangibile.Si dirige verso un'arma,un'arma che può accettare e cacciare via il suo dolore,facendolo scivolare direttamente dalle sue braccia,per lasciare un "disegno" completamente cucito. Ma i suoi sensi di colpa, diventano l'ennessima indecisione.Si chiede se i gentori dovessero vederli,i loro volti verrebbero corrotti da "schizzi" lucidi.Si chiede se i loro amici scoprendola,con il viso corrucciato gli direbbero di andarsene.Così ripone l'arma.Inizia a piangere,per la sua colpa mai iniziata,ma solo a pensarla si crogiola nel dolore.E così subentra la paura,l'orrore che si vedrebbe nei volti conosciuti.Ma poi,si ricorda che è debole.Debole perchè non riesce ad scomparire nello spazio.Non riesce ad andarsene,anche se quel mondo le fa schifo,quasi pena.Ma in realtà vorrebbe slo lasciarsi una scia di sangue nel suo cammino,per essere una stella.
Ormai sconfingere i suoi demoni non ha più senso,non ha più senzo ucciderli con l'arma che ora usa con se stessa.Si chiede per cosa dovrebbe lottare,per la sua felicità?No,troppo futile e irraggiungibile.
Si sente una morta che parla, ma che non riesce a dire le sue emozioni e le sue parole sono un'idea e non più realtà.Ma nel suo profondo pensa a quell'individuo,quella persona che l'ha ammaliata con la sua capacità di comprenderla.Si sente odiata da tutti,perchè non riuscirà più ad essere quella ragazzina spensierata e felice come una volta.Ma poi si chiede se lo è stata mai,visto che quel dolore si è coltivato dentro di lei da quando è nata. E si sente quasi forte per essere riuscità a tirarlo fuori,ma adesso fa ancora più male. Allora decide di mettere la musica e far azzittire le sue idee e continua ad avere un viso angelico,distrutto per aver toccato l'inferno. E sente tutto,ogni lacrima calda che scende dal suo viso e si mischia con esso.Ogni bruciore del dolore,che si fa vivo nello stomaco.Le vene che pulsano dalla rabbia,provocata dall'incomprensione.Poi si guarda allo specchio,come per cercare un'empatia nel suo stesso riflesso,che normalmente non avrebbe.Una sua solita strana ossessione.Si lacera e si spezza al contempo stesso e si accascia nell'immensità del inferno.
Non riesce più a guardarsi nello specchio,piange alla sola idea di vedere le sue ossa che rappresentano le costole,per le braccia e le gambe segnate da quei disegni.Si vede completamente morta anche fisicamente.Arrivata alle ossa e un filo di pelle.Si disgusta al pensiero di quell'immagine.Vorrebbe cancellare,sfregiandosi,ogni sua immagine.Non essere più reale ma solo un ricordo astratto.
Le lacrime continuano a scendere,e si fa le sue solite domande -Perchè a me?Perchè sono nata?Perchè mi è toccata la vita?-.Vorrebbe solo morire,ma si sente poco coraggiosa anche nella morte solitaria.
Oramai non gli interessa più la vita e delle sue possibili gioie,si odia troppo,riesce solo a fare quello,odiarsi.Si schifa di se stessa,vomita su stessa.
Con un bagliore di luce pensa a quando si vedeva grassa,la vedevano tutti come perfetta,magra e alle volte gli dicevano che era bellissima.Prima qualcuno poteva apprezzarla.Adesso troppo grassa per alcune e ossa per altri.Tutti gli altri gli urlano per dirgli quanto la sua magrezza li disprezza.Lei in balia della rabbia dice di non esserne stata la causa.
Non riesce più a ingerire cibo,vorrebbe solo è piangere,senza fare differenza sul luogo di dove si trova.Si sente di riggettare perchè si sente una guerriera fallita.Un errore per se stessa,un peso per gli altri.
E alla fine si riduce,nell'essere una fiamma dell'inferno.
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