dipendenza dall'alcol

 

Definizione di alcolismo

L’alcolismo è una malattia cronica caratterizzata da alterazioni comportamentali, fisiche e psichiche causate dal consumo compulsivo di quantità elevate di alcool.


La dipendenza alcolica, o alcolismo, è caratterizzata da un comportamento di ricerca compulsiva di bevande alcoliche e da assuefazione e tolleranza (per raggiungere un determinato effetto desiderato dall’individuo è costretto a bere quantità sempre maggiori di bevande alcoliche). Come per qualunque dipendenza da sostanze, anche nell’alcolismo la brusca interruzione del consumo di alcool causa la sindrome da astinenza, caratterizzata da tachicardia, tremori, nausea e vomito, agitazione, allucinazioni, convulsioni. Gli effetti dell’alcolismo interferiscono pesantemente con la salute della persona e con la sua vita lavorativa, relazionale e sociale.

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L’alcolismo è definito dalla contemporanea presenza di:
1. perdita di controllo del consumo di alcolici: evidenziabile dal “fenomeno del primo bicchiere”, dai tentativi inefficaci di controllo, dalla continuazione del comportamento compulsivo nonostante le gravi conseguenze legate a tale consumo.
2. modificazione del modello di consumo con comparsa di desiderio compulsivo di assumere alcolici anche in assenza di intossicazione in atto (craving).
3. dipendenza: incapacità di rinunciare all’assunzione di alcool e conseguente sforzo per procurarselo, dovuto all’irresistibile desiderio legato al piacere dell’assunzione ( dipendenza psichica ), con tendenza ad aumentare la dose per mantenere il medesimo effetto ( tolleranza ) e al timore dell’insorgenza della sintomatologia organica di privazione o astinenza (dipendenza fisica).
4. cambiamento dello stile di vita caratterizzato dalla tendenza all’isolamento, dal deterioramento fino alla perdita delle abituali relazioni sociali.
5. problemi familiari, o comunque della rete sociale personale, che possono giungere alla disgregazione del tessuto familiare e alla comparsa di franche manifestazioni di sofferenza psichica, emozionale e relazionale nel partner e negli altri conviventi.

Alcolismo e categorie diagnostiche

Il termine alcolismo è stato coniato nel 1849 da Magnus Huss, un medico svedese che per primo definì la dipendenza alcolica come una malattia. Nel 1979, un comitato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha proposto l’uso di “sindrome da dipendenza da alcool” come categoria diagnostica in sostituzione del termine “alcolismo“. E nel DSM III infatti compare come “abuso di alcool” e “dipendenza da alcool“.
Attualmente il DSM 5 raggruppa 11 classi di disturbi correlati a sostanze: alcool, caffeina, cannabis, allucinogeni, inalanti, oppiacei, sedativi/ipnotici/ansiolitici, stimolanti, tabacco, altre sostanze, non correlati a sostanze (gambling).

Per quanto riguarda i disturbi correlati a sostanze e disturbi da addiction un cambiamento fondamentale rispetto al DSM IV è che nel DSM-5 sono state fuse le categorie di abuso e dipendenza da sostanze del vecchio DSM-IV in un unico disturbo da uso di sostanze, misurato su un continuum da lieve a grave, i cui criteri per la diagnosi constano di un unico elenco di 11 sintomi. Nel DSM-5 per un disturbo da uso di sostanze è richiesta la presenza, per un periodo di 12 mesi, di almeno due sintomi.

Alla lista dei sintomi è stato aggiunto il craving (forte desiderio di utilizzare la droga), mentre è stato eliminato il criterio riguardante i problemi legali ricorrenti, a causa della difficile applicazione a livello internazionale.
Esistono dei questionari utili all’autovalutazione e alla diagnosi: test AUDIT, ASSIST e CAGE.

Cause e Fattori di rischio

Sono diverse le condizioni che rappresentano un fattore di rischio per l’alcolismo:
– il genere: gli uomini sono colpiti il doppio delle donne
– l’età: chi comincia a bere in giovanissima età (adolescenza) è più a rischio di malattie alcolcorrelate o di alcolismo
– la storia familiare di alcolismo: chi ha uno o entrambi i genitori alcolisti è più a rischio di alcolismo; anche avere il partner o uno stretto amico con problemi di alcool, aumenta il rischio di alcolismo
– la presenza di altre malattie psichiatriche: la depressione in particolare è molto comune nelle persone con problemi di alcool
– uno stile di vita molto stressante o che esponga a un elevato numero di eventi sociali
– la bassa autostima
– ambiente traumatico nell’infanzia (violenza domestica e/o abusi sessuali). I risultati di uno studio canadese evidenziano come un soggetto su cinque dipendente da droghe o un soggetto su sei alcolista abbia subìto violenze sessuali nell’infanzia. Tali numeri sono sconcertanti se paragonati a quelli della popolazione generale, che invece si attestano ad un soggetto su 19. Sorprendentemente la relazione ritrovata nello studio rimaneva significativa anche quando i ricercatori controllavano l’effetto delle malattie mentali (ad es., depressione), della povertà, del sostegno sociale e dei più comuni fattori associati all’abuso di sostanze. Quindi la probabilità di sviluppare una dipendenza dall’alcool in età adulta tra coloro che avevano assistito ad episodi di violenza domestica portati avanti dai genitori era superiore del 50% rispetto ai soggetti senza questo tipo di esperienza alle spalle; tale percentuale era simile in grandezza a quella relativa ai soggetti abusati sessualmente durante la loro infanzia. L’abuso di alcool o di altre sostanze rappresenterebbe una strategia di coping rispetto alle conseguenze di tali esperienze traumatiche.
– Difficoltà di regolazione emotiva: l’abuso di alcool avrebbe l’obiettivo di alterare uno stato emotivo negativo attraverso una strategia di evitamento di esperienze emotive indesiderate. L’alcool infatti può aumentare la percezione di emozioni positive, così come alleviare quella di stati negativi.
Una ricerca mette in luce come i bevitori solitari probabilmente utilizzano l’alcool come forma di automedicazione e di gestione di stati emotivi negativi. Uno studio longitudinale ha seguito un ampio campione di bevitori adolescenti fino al raggiungimento dell’età adulta (709 adolescenti tra i 12/18 anni, seguiti fino ai 25) .

Circa il 60 per cento dei soggetti osservati non ha mai bevuto da solo ma sempre in contesti sociali; tuttavia ben 4 adolescenti su 10 ha bevuto da solo, almeno in alcune occasioni. Inoltre la percentuale di bevitori solitari era più alta tra quegli adolescenti che mostravano sintomi di abuso di alcool, infatti i bevitori solitari bevono più spesso e di più degli altri adolescenti, oltre ad avere cominciato prima.

L’elemento più interessante ha a che fare con i contesti nei quali gli adolescenti bevono, emerge infatti che gli adolescenti che tendono a bere da soli lo fanno quando sono in situazioni spiacevoli, suggerendo che il consumo massiccio di alcool abbia una funzione di automedicamento, cioè sia una sorta di coping nella difficile gestione di sentimenti negativi.
Gli adolescenti che bevono da soli hanno anche molte più probabilità di sviluppare problemi alcool-correlati tra cui la dipendenza dall’alcool, già a 25 anni.

COSA NE PENSIAMO NOI

Noi pensiamo che l'alcol debba essere solamente un divertimento, ovviamente consumato in quantità ridotte. L'alcol non è assolutamente una soluzione a problemi, delusioni e dispiaceri.

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