Se ognuno di noi perseguisse il suo interesse personale, il mondo sarebbe un posto migliore per tutti.

Ciò che preme tutti i nessuno, è, da sempre, diventare qualcuno.

Questo ci rende inaffidabili o determinati?

Traiamo più vantaggi da una legge che cerca il bene comune o da un sistema meno compassionevole che lasci che chiunque sia in grado di tirare fuori i denti si faccia valere da solo? 

Nel primo caso, i pochi meritevoli avrebbero successo e gli altri cadrebbero nello scomodo paracadute della mediocrità.

Che è pur sempre un paracadute. Non li lascerebbe schiantarsi nell'oscurità della miseria.

Senza radici vincenti è difficile emergere. Ma a quel paracadute ci si adatta e ci si rassegna. 

Ma se al posto di quel paracadute ci fosse un burrone, in quanti si adatterebbero?

A quel punto la paura di precipitare si avvicinerebbe, diventerebbe più reale.

Tutti si aggrapperebbero a qualsiasi cosa li spinga più in alto, un arrampicata verso il successo che stavolta non si contrapporrebbe a una vita meno agiata, ma a una vera e propria rovina.

La paura muove gli animi. La consapevolezza di avere a portata di mano piani B pronti a salvarti dà rassicurazioni che fanno di te un inutile oggetto statico privo di aspirazioni. 

Non corriamo il rischio di farci breccia nel mondo sapendo di poterci fermare a nostro piacimento. Dobbiamo essere inseguiti dall'angoscia di poter perdere e secondo questa massima imparare a essere i più veloci.

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