Non lo so perché.
Inizio così per prevenire l'eventuale domanda che tutti mi fanno ogni volta che esterno come mi sento. Perché sei triste? Perché l'hai fatto? Perché stai così?
Non lo so.
Ultimamente sto meglio. Cioè, non che io non mi senta ancora malata o libera di poter dire di essere un'adolescente normale, anzi, in realtà mi sento sempre più diversa di prima.
Mi sembra come se fino ad ora io abbia camminato sopra un filo sottilissimo eretto tra le cime di due montagne e ora sono arrivata quasi alla fine, riesco quasi a toccare la terra, ma non voglio.
Non riesco fisicamente a raggiungere quel pezzo di terra che mi darà sicurezza e stabilità, qualcosa me lo impedisce perché so che non è quello che voglio.
Ho stabilito che non voglio avere sicurezze, non voglio avere la terra sotto i piedi, voglio vivere col dubbio e l'adrenalina ad ogni passo che faccio, con la consapevolezza che ho solo un millimetro di margine di errore, altrimenti potrei cadere nel vuoto.
Voglio vivere così, senza certezze, col fiato sul collo, con la costante domanda che mi martella nel cervello: cadrò?
Ma la vera domanda in realtà è un'altra: io voglio cadere o no?
Anche a questa non ho una risposta, semplicemente non lo so.
Eppure da quando la mia vita pare "migliorata" non mi sento più io. Sicuramente non ho più crisi di pianto tutti i giorni, non ho il desiderio di tagliarmi ogni volta che qualcosa va storto e non penso al suicidio da un po', ma mi sento come se questa non fossi io, come se stessi vivendo la vita di un'altra persona guardandola attraverso un vetro.
Sì, sto meglio, ma ogni giorno penso a un modo per distruggermi, un modo per tornare a sentire davvero qualcosa, a come provare di nuovo le stesse sensazioni che provavo prima e durante il ricovero.
Vorrei farmi del male, vedere di nuovo il mio sangue sgorgare dalle mie braccia come quella volta in cui stavo per svenire e supplicavo i miei di lasciarmi morire. Voglio vivere di nuovo lo strazio della dipendenza affettiva che ti consuma e ti prosciuga. Voglio smettere di preoccuparmi delle conseguenze, affogare nell'alcol o andare in overdose.
Tutto questo non è razionale, perché quante volte mi sono detta "voglio essere normale" e "vorrei non avere questi problemi". Eppure ho raggiunto lo stato più vicino possibile alla normalità, e non mi piace.
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