Storia del pugilato breve riassunto
Il pugilato è uno sport dalle origini antichissime. Pensate che nei graffiti risalenti a 5000 anni fa sono presenti disegni di uomini che "combattono con i pugni". Ma per arrivare alla vera fama di questo sport si deve aspettare fino al 688 a.C., quando si tennero ufficialmente le prime gare in questa competizione. Nell'antica Grecia il pugilato non era soltanto un combattimento solo con le mani (questo regolamento venne inserito per la prima volta dagli Etruschi, che successivamente influenzeranno anche i Romani), ma comprendeva tutto il corpo (tranne infilare le dita negli occhi, nel naso o nella bocca). Non c'erano le categorie di peso, quindi i pugili più dominanti fisicamente erano molto spesso i migliori. All'epoca inoltre non era raro che un pugile subisse gravi ferite, a volte anche mortali. Ma non è finita qui. Nell'antica Roma gli atleti si mettevano dei guantoni di cuoio rinforzati con metallo, e spesso l'incontro finiva con la morte di uno dei contendenti. Questo "spettacolo" era diffuso soprattutto nel Circo Massimo e nel Colosseo. Durante il medioevo, però, con la diffusione del Cristianesimo, che vietava la competizione e l'agonismo diffusi soprattutto nello sport, il pugilato fu praticamente dimenticato, fino al Rinascimento, che venivano organizzati dei combattimenti anche se illegalmente. Ma per avere il primo regolamento bisogna aspettare fino al '700, quando James Figg, considerato il padre della boxe moderna, scrisse il primo regolamento che comprendeva regole come vietare i colpi alla nuca. Ma per arrivare alle regole che conosciamo oggi, dobbiamo aspettare verso la seconda metà dell'800, quando furono introdotte le regole del marchese di Queensberry, dove l'uso dei guantoni divenne obbligatorio, furono introdotti i round e introdussero le categorie di peso. Il primo campione del mondo riconosciuto è John Sullivan, ma il primo campione con i guantoni fu James Corbett. Vorrei raccontarvi la storia del primo campione del mondo dei pesi massimi di colore, Jack Johnson. Figlio di schiavi, Jack Johnson sembrava di non avere un futuro per via del colore della sua pelle. Divenne campione del mondo dei pesi massimi di colore nel 1903, ma questa ingiustizia di non poter "essere il migliore" per il colore della sua pelle rese praticamente impossibile questo sogno, fino al 1908, quando Burns, l'attuale campione dei pesi massimi, dopo 2 anni di continue provocazioni da parte di Johnson, dovette accettare e il resto è storia. Jack Johnson dominò tutti i 14 round, fino a quando la polizia fermò l'incontro (la boxe era ancora illegale).E così accadde l'inimmaginabile: Jack Johnson divenne il primo campione di boxe di colore. Ci fu un'ondata di violenza contro i neri per questo trionfo, a tal punto che nel 1910 Jack Johnson dovette ritirarsi per 2 anni dalla boxe. Rimase imbattuto fino al 1915, quando fu sconfitto da Jesse Willard, considerato "il gigante del Kansas" per la sua stazza. Willard mantenne il titolo fino al 1919, quando il feroce Jack Dempsey, che prima della boxe faceva combattimenti clandestini per guadagnarsi da vivere, lo sconfisse mandandolo al tappetto numerose volte, nonostante Dempsey arrivasse appena alla spalla di Willard. Fu proprio la fama di Dempsey a rendere pienamente legale la boxe nel mondo, e fu proprio il protagonista del primo incontro con una borsa di 1.000.000 di dollari. Dempsey rimase imbattuto fino al 1926, quando fu sconfitto da Gene Tunney, considerato lo scacchista della boxe. Per arrivare al primo campione italiano dobbiamo aspettare il 1933, quando Primo Carnera conquistò il titolo contro Sharkey (anche se lo perse appena 1 anno dopo contro Max Baer). Nel 1937 divenne campione del mondo Joe Louis, il pugile che detiene ancora oggi il record per aver mantenuto il titolo per più tempo (ben 12 anni). Nel 1952 fu Rocky Marciano il protagonista, essendo l'unico (insieme a Floyd Mayweather) ad essere imbattuto a fine carriera con un record di ben 50 vittorie su 50, di cui 43 per KO. Nel 1964 divenne campione del mondo Cassius Clay, sconfiggendo il temuto Sonny Liston nel 1964. Clay, che ormai cambiò il suo nome in Muhammad Alì, lo sconfisse anche nella rivincita. Ma Muhammad Alì non fu soltanto non solo il miglior pugile di sempre, ma anche il migliore atleta della storia, ma anche un uomo con idee ben precise. Quando fu arruolato per la guerra del Vietnam, Alì disse che non poteva andarci, perché come disse lui stesso: "Perché dovrei andarci? Sono afroamericano, quindi non dovrei contare io per importanza, giusto?". Dovette pagare una multa dal 10000 dollari (gli andò anche fin troppo bene, dato che doveva scontare 5 anni di prigione), e gli fu tolta la cintura da campione. Nel 1970, Alì tornò a combattere dopo 3 anni, e ci fu la prima occasione di rioconquistare il titolo nel 1971, contro Joe Frazier. Il match fu equilibrato, fino alle ultime riprese, quando Frazier tirò il suo devastante gancio sinistro nel viso di Alì, mandandolo al tappeto e, anche se Alì si rialzò, perse l'incontro ai punti. Ma Alì non mollò, e nel 1974 incontrò George Foreman, che aveva dominato lo stesso Frazier mandandolo al tappeto diverse volte. Perciò questo match era dato favorito a Foreman per 3 a 1. Alì, durante l'incontro, fece stancare Foreman mentre cercava di fargli male, e poi, all'ottavo round, Alì tirò una combinazione dei colpi che mandò al tappeto Foreman. È tutto vero: Alì riconquista la cintura per ben 2 volte. Ma intanto le battaglie al di fuori del ring non finiscono; partecipa alle manifestazioni che i diritti siano tutti uguali. Poi riconquistò la cintura nuovamente nel 1978, diventando il primo pugile a conquistare la cintura per ben 3 volte. Ma ormai ci furono i primi segni del morbo di Parkinson, e il grande campione cominciò a perdere i restanti incontri, tra cui con Larry Holmes, in cui c'è una storia con Mike Tyson. Mike Tyson, indubbiamente con Alì il pugile più famoso di sempre, ebbe un'infanzia durissima. Cresciuto nel Bronx, Mike Tyson era considerato un ragazzo insicuro, tanto che veniva sempre bullizzato, fino a quando un bullo uccise un suo piccione (Tyson amava i piccioni), e da lì cominciò la vita fatta di violenza, fino a quando incontrò Cus d'Amato, il suo allenatore. Da lì Tyson si rifugiò nella boxe, e nel 1985 fece il suo debutto da professionista, ma fu anche l'anno in cui morì il suo mentore. Nel 1986 Tyson divenne campione del mondo in soli 2 round contro Trevor Berbick. Nel 1988, ci fu il match contro Larry Holmes, e poco prima del match entrò sul ring Alì e gli disse: "Vinci per me", "Sarà fatto" disse Tyson. In 4 round riuscì ad aggiudicarsi il match, e da lì rimase il campione più temuto, tanto da essere soprannominato "l'uomo più cattivo del pianeta", fino al 1990, quando ci fu la più grande sorpresa nella storia della boxe, quando Tyson perse contro il pugile mediocre Buster Douglas. Da lì cominciò il declino di Tyson, anche se si ritirerà con 50 vittorie e 6 sconfitte, tra cui 4 sconfitte consecutive nel periodo ormai critico di Tyson.
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